L’emergenza sanitaria che stiamo affrontando ha costretto le aziende italiane alla revisione delle dinamiche lavorative, accelerando un processo che era già attivo da qualche anno in tutto il mondo.
Stiamo parlando dello Smart Working, che in era pre-Covid era già adottato in Italia dal 58% delle grandi imprese, un dato incoraggiante che purtroppo veniva bilanciato dal 12% delle PMI, meno attratte dal concetto di modernizzazione del mondo del lavoro. L’entrata in scenda del Covid ha determinato una vera e propria rivoluzione obbligata in ogni ambito di business, sconvolgendo dinamiche consolidate e costringendo le aziende a prendere in fretta diversi provvedimenti: fornitura di laptop ai dipendenti, VPN per l’accesso remoto alle risorse aziendali da casa, il modello BYOD (Bring Your Own Device) e attivazioni di tool di Cloud Collaboration. Tutte queste mosse hanno consentivo una business continuity in una situazione di emergenza mondiale così complessa.
Nonostanze il Covid abbia accellerato l’adozione di un metodo di lavoro più “remote” che “smart”, il suo peso nei confronti degli strumenti di Unified Communications & Collaboration (UCC) è sato enorme. Del resto, la comunicazione e la collaborazione sono due strumenti indispensabili in tute le attività e i processi aziendali e vanno garantiti a prescindere dalle dinamiche di lavoro. Il mercato UCC è decisamente ampio e interessante, in quanto racchiude all’interno dai tradizionali strumenti di telefonia agli strumenti di video conferenza e piattaforme di collaborazione impiegate per gestire da remoto i processi collaborativi di cui sopra.
I dati relativi al primo periodo del coronavirus (Q2 2020), caratterizzato dai diversi lockdown in tutto il mondo, sono molto interessanti dal punto di vista delle reazioni delle diverse aziendedi fronte all’avanzata della pandemia e rappresentano un punto di partenza importante per tutti i ragionamenti sulle modalità attuali e future di gestione di questo periodo storico: per esempio, Microsoft annunciò a marzo 2020 44 milioni di utenti giornalieri sulla piattaforma Teams, e solamente in Italia le chiamate e le riunioni su Microsoft Teams sono aumentate in modo dirompente con un +775% in un solo mese.
Tutto questo è sottolineato dall’andamento dei titoli azionari di questo comparto, non solo durante i primi mesi della pandemia ma anche oggi, con un +708% da parte di Zoom, seguito da crescite più “contenute” da parte di Microsoft (+36% YTD), Slack (+28,4% YTD) e Google (+19,2% YTD). I dati identificano chiaramente la reazione delle aziende di fronte alla pandemia. Forrester prevede come conseguenze un possibile declino del mercato globale superiore al 2% (50% di probabilità) cui fa da contraltare una forte crescita in comparti quali il cloud e – appunto – il software e l’hardware per soluzioni UCC e servizi di telecomunicazione.
A prescindere di come si evolverà la situazione di emergenza nel prossimo periodo, la reazione delle aziende Italiane e nel mondo non può che essere quella di puntare sulla collaborazione a distanza, quindi sugli strumenti e le piattaforme rientranti in quel macrocosmo UCC che sta crescendo esponenzialmente. Non vi è alcun dubbio che le le soluzioni UCC rappresentino il basamento stabile di un nuovo modo di lavorare che sarà presente anche quando gli effetti del covid saranno finalmente svaniti. È dunque più che concreta l’ipotesi di una continua crescita del mercato trainata dall’esigenza delle aziende di trasformare il remote working in agile working, così da non preservare unicamente la continuità del business ma massimizzare la produttività e le relazioni all’interno di ecosistemi sempre più connessi (employee, team, clienti, fornitori, partner…).
Per fare ciò, sappiamo quanto sia centrale e determinante puntare su un’evoluzione di tipo culturale, che agli inizi della pandemia ha frenato l’intento di molte imprese di diventare “smart” a tempo di record, ma la certezza è che gli strumenti ci sono, verranno usati sempre di più e meglio e su di essi è davvero possibile costruire un nuovo ed efficiente paradigma lavorativo.