Il cloud computing è uno dei settori in più rapida crescita.
Secondo Allied Market Research, il mercato mondiale dei servizi cloud ha un valore di 369 miliardi di dollari. Si prevede che il settore raggiungerà 1,6 trilioni di dollari entro il 2030, con una crescita del 15% all’anno. Che cos’è esattamente il “Cloud”? In poche parole, la risposta è che il cloud è Internet. O, più precisamente, servizi basati su computer, forniti tramite Internet.
Storia della tecnologia
Negli anni ’70 e ’80 esisteva l’X.25, un protocollo di comunicazione dati noto anche come commutazione di pacchetti. La specifica X.25 definisce l’interfaccia tra un abbonato (DTE – data terminal equipment) e la rete (DCE – data circu-it-terminating equipment). X.25 fornisce un’interfaccia alla rete WAN (Wide Area Network), ovvero il cloud. Il protocollo X.25 non specifica il funzionamento interno della WAN.
In quel periodo, quindi, il “cloud” è diventato un’idea popolare nel campo delle comunicazioni di dati. Il termine indica un insieme di computer interconnessi che forniscono servizi di comunicazione elettronica in altre parole, la rete WAN (Wide Area Network). Non è possibile poter vedere all’interno del ‘cloud’. La cosa importante è che la propria e-mail arrivi alla persona giusta o che la propria telefonata VoIP arrivi a destinazione.
Alla fine, l’X.25 si è evoluto nel protocollo Internet (IP) e il “cloud” è diventato Internet. Oppure una rete aziendale privata (cloud privato).
Nuovi protocolli
Progettato per funzionare su cavi telefonici POTS, ISDN o leased-line rumorosi, X.25 era affidabile ma lento. Con il miglioramento della tecnologia di cablaggio, in particolare della fibra ottica, sono diventati praticabili protocolli più veloci (prima frame relay e poi IP).
Il cloud computing consente agli utenti (organizzazioni e privati) di ridurre al minimo i costi iniziali dell’infrastruttura IT. permettendo, altresì, una capacità flessibile di archiviazione, potenza di calcolo, comunicazione e altre risorse tecnologiche.
Accelerate in parte dal movimento “work-from-home” e dall’ampliamento delle capacità di elaborazione consentito dal cloud, le aziende stanno rapidamente adottando questo paradigma informatico.
Nel mondo di oggi esistono tre categorie principali di servizi di cloud computing, ovvero il “cloud”.
• Infrastruttura come servizio (IaaS) – il fornitore IaaS offre servizi informatici (IT) basati su hardware. Potenza di calcolo, archiviazione delle informazioni e server. L’idea è essenzialmente la stessa dei vecchi accordi di time-sharing. La differenza è che si accede al servizio tramite Internet. Questo modello di servizio consente all’utente di scalare i requisiti hardware verso l’alto o verso il basso, senza dover acquistare, possedere, mantenere, riparare e infine smaltire l’hardware.
• Platform as a Service (PaaS) – il PaaS fornisce risorse che gli sviluppatori di software e applicazioni possono affittare anziché acquistare. Il fornitore gestisce software e hardware (server) ospitati nel cloud (ovvero accessibili via Internet). La piattaforma (ambiente) comprende gli strumenti che consentono agli utenti (abbonati) di sviluppare, gestire e ospitare i propri programmi.
• Software as a Service (SaaS) – Invece di acquistare e mantenere i server per l’esecuzione del programma, il SaaS fornisce applicazioni in remoto, accessibili attraverso il cloud.