Ascom | Sicurezza sul lavoro e tecnologia: i vantaggi della digitalizzazione

Sono ancora poche le aziende italiane che utilizzano la tecnologia per digitalizzare e automatizzare almeno uno dei processi aziendali legati alla sicurezza sul lavoro, quali ad esempio l’identificazione di situazioni di pericolo, il rilevamento di incidenti o la localizzazione di personale in solitario a rischio. 

L’indagine di ASCOM UMS, intitolata “Il potenziale della tecnologia per processi di lavoro efficaci e sicuri” si è focalizzata sui settori dell’industria, del retail e della logistica, mettendo a fuoco l’approccio delle aziende verso la digitalizzazione dei processi di sicurezza sul lavoro. Lo studio analizza molteplici aspetti tra i quali: le principali fonti di pericolo identificate dalle imprese interpellate, il livello di utilizzo di soluzioni tecnologiche, la propensione all’investimento e le criticità nella gestione della sicurezza.

Solo il 16,3% del campione totale di indagine ha digitalizzato e automatizzato almeno uno dei processi aziendali legati alla sicurezza sul lavoro

Le principali fonti di pericolo per i lavoratori

Secondo i risultati dell’indagine, le tre principali fonti di pericolo identificate dalle aziende che gestiscono in modo digitale almeno un processo di sicurezza sono: le modalità operative e le attrezzature di lavoro (53,3%), le caratteristiche dell’ambiente in cui viene svolta l’attività (52,2%) e la tipologia di attività caratterizzate da fattori di rischio elevato (32,2%) o in ambienti confinati (16,7%) dove gli operatori lavorano in solitario.

Sono le imprese del settore industriale a distinguersi per il maggior numero di fonti di pericolo in linea con l’eterogeneità delle attività svolte. Per gli operatori logistici, le fonti di pericolo sono legate unicamente all’ambiente di lavoro, ovvero alla guida dei veicoli, al rumore, alle vibrazioni e alla natura del materiale trasportato. Le aziende del retail hanno invece indicato l’ambiente di lavoro, le modalità operative quali ad esempio attività in ambienti confinati (pulizia cisterne, serbatoi, ecc.), e i fattori di rischio (chimico, biologico, fisico, di esplosione, d’incendio, ecc.), particolarmente rilevanti per le realtà del comparto agricolo

Le aree di azione per migliorare la sicurezza

La sola adozione di soluzioni digitali e automatizzate non è però sufficiente per gestire in modo efficace la sicurezza sul lavoro. Il campione intervistato si sta impegnando anche in ulteriori aree di azione, come la valutazione del rischio, corsi di addestramento sulla gestione di emergenze e di primo soccorso, utilizzo di DPI di nuova generazione, la nomina di figure preposte, piani visite e controlli medici per il personale, sviluppo di corsi di formazione generica e il ricorso a consulenti per ispezioni periodiche.

L’impegno delle aziende nelle diverse aree è guidato principalmente dalle normative in materia di sicurezza sul lavoro.

Gli ostacoli e le criticità nella gestione della sicurezza

Le normative sono tuttavia anche il principale ostacolo nella gestione della sicurezza a causa della loro complessità. Tra le maggiori criticità rilevate emergono inoltre la scarsa cultura della prevenzione in azienda o nell’intero settore (34,4%) e la mancanza di responsabilità dei lavoratori (24,4%). A evidenziare queste difficoltà, in ordine di priorità, sono in particolare i settori dell’industria e del retail, dove in molti casi l’organizzazione del lavoro è improntata ad un approccio artigianale.

L’entità dei costi volte a migliorare la sicurezza, tuttavia, rappresenta il quarto ostacolo principale (17,8%) soprattutto per le aziende del mondo retail e della logistica particolarmente sensibili agli aspetti di recupero di efficienza.

Gli investimenti nella sicurezza sul lavoro

Analizzando la propensione agli investimenti, le aziende partecipanti all’indagine appaiono più focalizzate sulla digitalizzazione e automazione dei processi che garantiscono continuità operativa ed efficienza rispetto a quelli che supportano la sicurezza del personale. I progetti di digitalizzazione e automazione riguardano infatti principalmente il funzionamento di attrezzature (61% delle risposte) e la manutenzione preventiva (41,9%) e correttiva (20,5%) dei macchinari. Solo una minoranza del campione (16,3%) cita i processi legati alla sicurezza sul lavoro.

Analogamente, le principali leve di investimento citate hanno a che fare con la ricerca di efficacia attraverso una riduzione dei tempi di svolgimento delle attività (36,7%) e di fermo (circa 35,8%), mentre l’incremento del livello di sicurezza sul lavoro risulta solo al quinto posto (20%) tra le priorità.  L’ambito della gestione di attività e processi legati alla sicurezza, quali ad esempio la localizzazione di personale a rischio o la rilevazione di pericoli e incidenti, appare dunque più scoperto, a ulteriore dimostrazione della scarsa consapevolezza di molte aziende relativamente al potenziale supporto di strumenti digitali e automatizzati in questo campo.

Le aziende che non prevedono di investire nell’ambito della digitalizzazione e nell’automazione dei processi nei prossimi 12-24 mesi mostrano invece una maggiore apertura verso la possibilità di usare la tecnologia con un approccio esteso anche al supporto dei processi per la sicurezza dei lavoratori.

Il potenziale della digitalizzazione dei processi a supporto della sicurezza rimane inesplorato 

Le aziende che hanno partecipato all’indagine riconoscono alla tecnologia un ruolo di abilitazione operativa, tuttavia, il loro livello di digitalizzazione e automazione è nella maggioranza dei casi medio-basso. Produttività, efficienza ed efficacia sono i principali obiettivi.

L’83,7% delle imprese interpellate gestisce infatti ancora i processi legati alla sicurezza con un approccio tradizionale, ovvero senza o in minima parte con dispositivi hardware e soluzioni software, probabilmente riconducibili a fattori legati alla cultura tecnologica e a tematiche organizzative. Le iniziative nell’ambito della sicurezza sul lavoro non rientrano infatti generalmente tra le attività gestite dalla divisione IT e il livello di conoscenza sui i vantaggi che la digitalizzazione può offrire risulta essere limitato.

“La sicurezza sul lavoro rappresenta un ambito nel quale il potenziale delle soluzioni digitali e di automazione appare ancora inesplorato”, conclude Patrich Villa, Head of Channel Sales di Ascom UMS. “Il tema è critico alla luce di fonti di pericolo concrete, insite nella tipologia di attività e nell’ambiente dove le attività sono svolte, ma la scarsa consapevolezza dei benefici che le soluzioni tecnologiche possono offrire, la forte complessità delle norme e la scarsa cultura della prevenzione frenano la digitalizzazione dei processi in questo ambito”.

Secondo gli intervistati, prezzi contenuti (44,1% delle risposte), supporto consulenziale (35,4%) e semplicità d’uso (27%) sono i fattori che potrebbero maggiormente aiutare le aziende ad intraprendere un percorso di digitalizzazione e automazione dei processi a supporto della sicurezza sul lavoro.

Bisogna rendere necessaria una maggiore integrazione fra divisione IT e le funzioni che si occupano della gestione dei processi operativi per colmare il divario di conoscenza dei vantaggi offerti dagli strumenti di digitalizzazione e automazione a supporto dei processi di produzione, manutenzione di macchinari, trasporto e sicurezza del personale.